La tentazione

Nel post di qualche giorno fa “Sacrificio all’imperatore” suggerivo che certi particolari leggi siano dirette più a far fuori la cristianità che altro.
Non sono evidentemente il solo che così la pensa. In questo articolo viene detto che

“I governi [occidentali] sembrano voler esigere dai Cristiani che abbandonino le loro convinzioni religiose come prezzo per entrare nel mercato, o persino per fare opere di carità.”

Come fa notare il direttore dell’Osservatorio contro l’intolleranza e la discriminazione dei cristiani in Europa,

 ”Qualche volta mi chiedono, come può essere  discriminata una maggioranza? Bene, non è il cristiano nominale che è pienamente allineato alla mentalità dominante, che subisce la discriminazione. Sono coloro i quali si sforzano di vivere secondo le forti richieste etiche del cristianesimo, che fanno esperienza dello scontro. Questi non sono la maggioranza.”

D’altra parte, se il demonio nel deserto tentò Cristo proprio con argomenti simili vuol dire che sperava di sfangarla. I “cristiani nominali” non sono stati abbastanza forti, o non avevano visto abbastanza bellezza da dire no. E guardano un po’ stupiti quegli integralisti estremi che rifiutano le pietre trasformate in pane.
Non capisco perché voi cristiani non…” vi conformate alla mentalità del mondo, è la domanda che ricorre. Che avete da perderci, che ci rimettete, chiedono.

Ve lo dirò: quella bellezza che non può essere comprata, e perciò è la più preziosa. Può essere ottenuta solo con un sacrificio, ovvero sacri-ficando, rendendo sacri sé stessi.
Come si fa a rendere sacri sé stessi? Affidandosi a Colui che è la fonte del sacro, cioè di quello che vale veramente la pena, della fonte di ogni bellezza, vita e bene. A partire dalle piccole cose, fino ad arrivare a quelle grandi.

Mica facile. Ma, oh, se ne vale la pena. E se prima non lo sapevi, adesso lo sai.

Fonte: La tentazione | Berlicche.

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