L’Egitto apre sulle nuove chiese – Vatican Insider

Il Comitato che sta riscrivendo la Costituzione ha approvato una norma che abolisce la necessità di una specifica autorizzazione presidenziale per ogni luogo di culto cristiano

Giorgio Bernardelli
I copti potranno costruire liberamente le loro chiese in Egitto, senza più bisogno di aspettare anni per l’autorizzazione. È quanto prevede una norma approvata ieri al Cairo dal Comitato dei cinquanta, l’assemblea che sta stendendo le modifiche alla costituzione varata dagli islamisti nel 2012.

La questione delle chiese è da tempo uno dei temi chiave riguardo alla libertà religiosa in Egitto: finora, infatti, per aprire un nuovo luogo di culto cristiano era necessario ottenere una speciale autorizzazione del presidente. Una procedura utilizzata col contagocce già dallo stesso Mubarak come uno strumento di pressione nei confronti della comunità copta, che rappresenta circa il 10 per cento della popolazione.
Emblematico il caso della chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Nubaria, nel Nord dell’Egitto, che ha dovuto attendere ben diciassette anni per ottenere l’autorizzazione: Mohammed Morsi – il presidente dei Fratelli Musulmani – la rilasciò il 7 giugno scorso, in quello che apparve un estremo tentativo per togliere il sostegno dei copti alla manifestazione che poche settimane dopo ha portato all’intervendo dei militari e alla sua deposizione.
La modifica approvata ieri ha la forma di una disposizione transitoria che verrebbe aggiunta al testo della costituzione: viene cancellato il sistema delle autorizzazioni equiparando di fatto la costruzione delle chiese a quella delle moschee, che devono ottenere solo le normali concessioni edilizie. Va aggiunto però che – secondo la road map stesa dai militari – le modifiche alla costituzione decise dal Comitato dei cinquanta per entrare in vigore dovranno essere approvate in un referendum, che è in calendario per il mese di dicembre.
Proprio in vista di questo appuntamento in questi giorni il Comitato sta discutendo sulle questioni più calde. In particolare c’è scontro sulla formulazione dell’articolo 47, quello in cui si parla della libertà religiosa: il testo proposto apriva alla possibilità di professare qualsiasi credo, andando oltre l’idea tradizionale islamica della tolleranza nei confronti delle sole religioni del Libro (ebrei e cristiani). Su questo punto però Al Azhar sta opponendo forti resistenze e la discussione va avanti. Il tema riguarda in maniera particolare i fedeli della religione Ba’hai e le comunità sciite, che subiscono gravi discriminazioni in Egitto.
Va infine segnalato che la questione delle chiese si intreccia anche con quella della ricostruzione degli edifici cristiani dati alle fiamme nelle violenze seguite alla deposizione di Morsi, durante la scorsa estate. La Chiesa copta ortodossa ha reso noto la settimana scorsa di aver concluso una stima complessiva dei danni subiti, che ammontano a 190 milioni di sterline egiziane (circa 20 milioni di euro). È stato inoltre precisato che nella ricostruzione la priorità verrà data alle scuole.

Fonte: L’Egitto apre sulle nuove chiese – Vatican Insider.

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