L’unione Europea tutela la salute mentale ? Perché non adotta una Normativa, Risoluzione o Direttiva Comunitaria ?

Nell’ambito dell’Unione Europea la discriminazione verso persone disabili è contro ogni ideale!

 

Questa è stata la motivazione che ha spinto l’Associazione “Cristiani per servire” a presentare Ricorso alla “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” di Strasburgo , ai sensi della “Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali” e della Costituzione Europea, con la finalità di ottenere il riconoscimento dei diritti dell’handicappato mentale e di una specifica Normativa, Risoluzione o Direttiva Comunitaria uguale e con la stessa efficacia e valenza in tutti gli Stati membri della UE !

 

La risposta è stata per “incompetenza legislativa della UE nel settore della sanità pubblica, compreso l’ambito della patologie mentali . 04 dicembre 2008 . Ricorso n. 44330/06 . No comment !

 

Forse non sono serviti a niente, a mò di esempio, i “fattacci” ( poco risolti per carenza di una legislazione unica) accaduti al Santo Padre Benedetto XVI° in San Pietro,( territorio estero) al Presidente Berlusconi (in Italia) ed ultimo ieri 19 agosto 2013 a Ingolstadt ( in Germania), dove uno squilibrato di 24 anni che per mesi aveva fatto stalking nei confronti di una dipendente comunale ha preso in ostaggio 3 persone prima di un comizio della Cancelliere tedesca Angela Merkel, fatti che dimostrano la insanita mentale .

 

E se fossero avvenuti in territorio fuori della propria Patria, quale normativa si poteva applicare ?

 

Sono “banali fatti di cronaca”, ma che dimostrano la carenza di una legislazione unica comunitaria per la salute mentale e del perdurare di un disagio psichico che è causa di malessere in una grande società .

 

La Costituzione Europea ( fin oggi agosto 2013 ) non ha specificatamente riconosciuto quale persona quella relativa al portatore di handicap psichico, malattia che in Italia come in Europa, è in continua evoluzione e costituisce un peso sociale e sanitario non indifferente, il cui valore non può essere subordinato ad alcuna esigenza d’ordine personale o di Stato, ma da considerare un parametro al quale debbono essere subordinati tutti gli aspetti della vita personale e della collettività, anche in ambito UE .

 

“ La Commissione non prevede di proporre una Direttiva sulla salute mentale e ricorda che, in forza del Trattato sul funzionamento della UE, la definizione delle politiche sanitarie nonché l’organizzazione e l’erogazione dei servizi sanitari e delle cure mediche sono di competenza degli Stati Membri “ ( Prot. IT E-005932/2012 16.7.2012 John Dalli 16.07.2012 question for oral answer, authors On. Mario Mauro ) .

 

Questa è stata la ultima risposta alla richiesta di una Direttiva Comunitaria per la tutela della salute mentale in Europa !

 

Eppure il “Patto Europeo per la salute mentale ed il benessere”, siglato il 12/13 giugno 2008 a Bruxelles, rappresenta una importante base da cui partire per progredire verso una legislazione più incisiva nel settore della tutela delle malattie mentali, che consenta di agire in modo uniforme, comunque più efficace in questo delicato settore .

 

In ambito UE questa malattia colpisce una larghissima parte di popolazione che merita rispetto, comprensione e solidarietà contro ogni forma di emarginazione, segregazione e discriminazione.

 

A questo proposito il Parlamento Europeo nel promuovere un maggior impegno verso la salute mentale “chiede che sia attribuita una maggiore priorità nelle politiche sanitarie” disponendo del Settimo programma quadro per la ricerca “capacità atte ad assecondare la ricerca sulla salute mentale”, “patologie che in Europa ogni anno interessano 18, 4 milioni di persone fra i 18 e i 65 anni, colpiti da gravi forme di depressione”, primo disordine funzionale della persona, fino alla schizofrenia grave.

 

“Restituire, quindi, dignità e diritti ad un grande numero di persone”, prosegue il Parlamento Europeo “esortando la Commissione Europea a sostenere la prosecuzione delle riforme negli Stati membri dove si è abusato della psichiatria, dell’uso di medicinali, del ricovero obbligato o di pratiche disumane” e “ad inserire la riforma della psichiatria fra i punti da esaminare nel grado di adesione all’UE”.

 

Su questi principi basilari vanno utilizzati tutti gli strumenti legislativi e sanitari finalizzandoli alla inclusione sociale, se possibile, delle persone con sofferenza mentale ed alla piena restituzione dei loro diritti di cittadinanza, invece di evidenti diversificazioni di “vedute legislative”

 

La nostra Associazione aveva proposto e continua a proporlo in ogni momento in campo europeo con fiducia e giustizia nel quadro della strategia comunitaria di salute pubblica della UE, quanto specificato nel Ricorso :

 

1) un provvedimento comunitario legislativo relativo ai portatori di handicap psichici uguale e nella stessa misura in tutti gli Stati membri della UE ;

 

2) l’adozione di servizi reali e specifici nell’ambito delle competenze economico organizzative di ciascun membro UE, nel pieno rispetto della dignità delle persone sopracitate, cure adeguate in strutture ad alta tecnologia ;

 

3) attivazione della ricerca scientifico-farmacologica e sviluppo tecnologico comunitario sulla malattia mentale come ogni comparto sanitario ;

 

4) formazione di un Fondo Economico Finanziario Speciale (Dopo di noi), dove far confluire quelle parti di patrimonio che per legge naturale andranno in “eredità” al “malato”, amministrato da un Ente Pubblico che costituisce regolare continuità e che il singolo tutore, curatore, amministratore di sostegno non può garantire fisicamente oltre ad avere, per le persone indigenti, un sostegno finanziario della UE.

 

C’è bisogno di una Unione Europea che svolga un ruolo geo-politico di moderazione e proposizione nel campo sanitario, ma anche di iniziative che sappiano articolare sul piano sopranazionale, rispettando identità e competenze degli Stati membri, lo sviluppo dei grandi valori umani, senza cadere nelle tentazioni dell’individualismo e del relativismo, perché è in gioco il futuro che in questo campo sanitario ci pare incerto e problematico .

 

E con le sagge parole del Beato Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza !”

 

 

Previte

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

 

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