Roma. Il Ministero chiude il caso al liceo Giulio Cesare. Il libro sul sesso gay non comporta sanzioni | No Cristianofobia – Osservatorio sulla Cristianofobia nel mondo

Alla fine il Ministero ha chiuso il caso del liceo Giulio Cesare di Roma. L’indagine è stata affrontata in tempo lampo: nessun provvedimento, nessuna sanzione.
Al centro di tutto un romanzo, contro l’omofobia, che contiene alcuni
passaggi sessualmente espliciti di un rapporto fra gay, consigliato dalla scuola come formativo. Il testo è apparso subito come inadeguato per gli studenti e due associazioni (Giuristi per la Vita e Pro Vita Onlus), dopo la segnalazione dei genitori, hanno presentato in Procura un esposto perché i passi “rivelano, in realtà, un chiaro contenuto pornografico”.
Il ministro Stefania Giannini ha difeso immediatamente i docenti incriminati: “
Il problema dell’omofobia al Giulio Cesare è stato affrontato in modo corretto”. Tuttavia, invitata da Radio2 a leggere pubblicamente il brano coinvolto, il ministro ha rifiutato. “Non è giusto decontestualizzare questo brano, bisognerebbe leggere tutto il libro a cominciare dalla prima pagina,” ha dichiarato “Se lo leggessi ad alta voce farei una spettacolarizzazione. E certamente non lo leggerei in classe a ragazzi di 15 anni“. Nella stessa intervista ha anche ammesso di non aver mai letto il libro.
Poco importa, però, se non conosce l’oggetto del contendere. L’importante è fare in modo che chiunque non sia d’accordo sia tacciato come omofobo o retrogrado.

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3 maggio 2014
Libro sul sesso gay al Giulio Cesare, il ministero chiude il caso: «Nessuna sanzione»

Indagine finita, nessun provvedimento. Il Ministero dell’Istruzione chiude il “caso” Giulio Cesare. Mercoledì sulla scrivania del ministro Stefania Giannini è arrivata la relazione della preside del liceo del Salario in cui veniva spiegato il «percorso didattico» che ha portato le classi del quinto ginnasio a leggere durante le vacanze di Natale il libro “Sei come sei” di Melania Mazzucco. Romanzo in cui viene affrontata la vicenda di una famiglia omosessuale, anche attraverso un breve passaggio su un rapporto di sesso gay. Circostanza che ha portato due associazioni “pro vita” a denunciare gli insegnanti del liceo per «pubblicazione di spettacoli osceni e corruzione di minorenni». Ora però «il caso è chiuso – spiegano dal Miur – Ci è arrivata la dettagliata relazione del dirigente scolastico che ha parlato del percorso sull’omofobia che ha coinvolto alunni e genitori. L’accertamento è stato completato e non ci saranno sanzioni». Già a inizio settimana il ministro Giannini aveva difeso i docenti incriminati: «Il problema dell’omofobia al Giulio Cesare è stato affrontato in modo corretto».

LA LETTERA
La stessa coppia di genitori che per prima aveva avanzato critiche nei confronti del testo, ha scritto alla preside «per esprimere la nostra solidarietà», spiegando che «ci addolora profondamente la notizia di un’azione penale nei confronti dell’istituto, considerando particolarmente odioso tale mezzo per cercare di imporre le proprie opinioni». Ieri intanto la dirigente scolastica, Micaela Ricciardi, ha pubblicato sul sito internet della scuola una lunga lettera indirizzata alle famiglie in cui ricostruisce la vicenda e le polemiche che ne sono seguite. «È ben noto a tutti noi sia il fenomeno di bullismo omofobico che serpeggia nelle scuole, sia i drammatici esiti del silenzio su questi temi». La dirigente difende il libro, «scritto da un’autrice colta, vincitrice di molti premi letterari, le cui credenziali letterarie non hanno bisogno di difensori». La dirigente si schiera con le docenti che definisce «colte e aperte: che vengano denunciate, insultate e vilipese è un paradosso di fronte a cui non posso tacere. La scuola va difesa da questi oltraggi».

LA REAZIONE
L’omofobia si combatte anche a colpi di striscioni. E così se un gruppo neofascista al Giulio Cesare lunedì aveva sfilato davanti alla scritta «Maschi selvatici, non checche isteriche», ieri gli studenti del Manara hanno affisso all’entrata della scuola un tazebao in cui ci si chiede ironicamente: «Avresti mai dato della checca isterica ad Achille?». Secondo il portavoce del Gay Center Fabrizio Marrazzo «quella degli studenti del Manara è la risposta più intelligente a chi vuole portare nella scuola l’omofobia. La loro protesta spontanea è l’esempio positivo di una scuola che combatte i pregiudizi».

Fonte: Il Messaggero 

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