Il cardinale Di Vienne risponde ai preti ribelli confermando però che le soluzioni in merito alle loro rivendicazioni sono differenti
Alessandro Speciale
“Siamo in dialogo, continuiamo ad avere differenze nelle proposte di soluzione ma condividiamo le stesse preoccupazioni. E sulla Pfarrer-Initiative abbiamo detto abbastanza”: alla conferenza stampa con cui ha presentato, mercoledì scorso, la lettera pastorale dei vescovi austriaci per l’Anno della Fede, l’arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schönborn ha tagliato corto alle domande dei giornalisti sui preti ‘ribelli’.
In molti si aspettavano che la lettera annunciasse, dopo oltre un anno di stallo, una decisione da parte dei vescovi austriaci su come affrontare la rivolta di circa un decimo del clero del Paese che, spinto dalla crisi delle vocazioni e dalla diminuzione del numero dei preti, ha lanciato nel giugno 2011 un clamoroso “Appello alla disobbedienza” per chiedere riforme profonde nella Chiesa su temi come il ruolo delle donne, il celibato obbligatorio, la situazione dei divorziati risposati.
La lettera pastorale dei presuli austriaci ammette questo “stallo”. “Rimaniamo in un certo senso una situazione di stallo in cui ci si lanciano solo nuove accuse reciproche?”, chiedono i vescovi nel capitolo dedicato ai parroci ‘ribelli’, per poi rispondere subito: “Per noi, l’Anno della Fede è un’occasione mandata dal Signore per trovare insieme una via d’uscita da vicoli ciechi reali o apparenti”.
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