Scout dell’AGESCI, finalmente emancipati! | CulturaCattolica.it

mercoledì 20 agosto 2014

«Noi, Rover e Scolte dell’Agesci, giovani cittadini italiani, riuniti a S. Rossore, al termine di un anno che ci ha visti impegnati sul tema e sulle strade del coraggio, vogliamo oggi scrivere una Carta che racconti quello che abbiamo vissuto, che rappresenti i valori in cui ci riconosciamo e che dichiari il nostro impegno per l’Associazione, per il Paese e per la Chiesa a cui apparteniamo» [San Rossore, 9 agosto 2014
 – Gli alfieri del Consiglio Nazionale R/S]

Oh, finalmente potrete entrare a testa alta nei luoghi che contano, dimenticando il risolino di compassione e le battute sui «bambini vestiti da cretini guidati da cretini vestiti da bambini», così di moda tempo fa*, insieme alla canzone di Zucchero sullo stress e sulla Azione Cattolica.
Allineati al politically correct su famiglia (che definite nel vostro testo, frutto del cammino di un anno, così: «qualunque nucleo di rapporti basati sull’amore e sul rispetto»), sui cosiddetti «nuovi diritti» (Ecco la vostra citazione, in cui con grande umiltà, volete insegnare a tutti come pensare: «A questo proposito, chiediamo alla Chiesa di accogliere e non solo tollerare qualsiasi scelta di vita guidata dall’amore;
che l’Agesci non consideri esperienze di divorzio, convivenza o omosessualità invalidanti la partecipazione alla vita associativa e al ruolo educativo, fintanto che l’educatore mantenga i valori dell’integrità morale;
alla Chiesa di mettersi in discussione e di rivalutare i temi dell’omosessualità, convivenza e divorzio, aiutandoci a prendere una posizione chiara») e sulla politica nazionale e internazionale (affidiamo ai volonterosi lettori del documento l’onere delle citazioni opportune, già evidenziate comunque dalla stampa progressista e laicista, quella che si rallegra di accogliervi nel novero dei «cattolici adulti» e che noi preferiamo chiamare, realisticamente «cattolici adulterati»).

Che ne è oramai della C dell’AGESC(attolici)I? Dite ancora: «CI IMPEGNIAMO
a vivere la Chiesa con spirito nuovo… condividendo insieme ai presbiteri, nostri compagni di strada, la testimonianza dell’essere cristiani». Però che i «compagni di strada» (speriamo non «di merenda») non ci giudichino «rispetto al tipo di legame affettivo che viviamo, ma di essere aiutati ad accettare noi stessi con tutti i nostri limiti e ad amare in modo autentico».

Credo che il vostro documento chieda di essere approfondito, ma certo se questi passaggi ci sono e non li cancellerete, sarà un difficile cammino nella educazione alla fede cattolica. Vi si apriranno (per poco, state tranquilli) le porte del mondo, ma alla fine – come gli utili idioti di ogni tempo – non interesserete più a nessuno, e il Signore ci ricorderà che «il sale che ha perso il suo sapore ad altro non vale che ad essere calpestato dagli uomini».
Pensateci! E pensiamoci (ricordo che nella mia vita ho fatto anche il Baloo dei lupetti, col desiderio di far loro gustare la bellezza dell’incontro con Gesù nella Chiesa cattolica).

*Indimenticabile e ormai nella memoria collettiva è la celebre battuta di Jack Benny sugli scout: “Una compagnia di scout consiste in 12 piccoli bambini vestiti da cretini guidati da un grande cretino vestito da bambino”.

Fonte: Scout dell’AGESCI, finalmente emancipati!.

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