Senatori a vita: ancora una forzatura. Stavolta in gioco la bioetica. | Critica Scientifica – di Enzo Pennetta

La nomina dei senatori a vita è diventato un modo per imporre scelte non democratiche.

Dopo il “golpe” Monti adesso l’inspiegabile nomina della prof. Elena Cattaneo mostra un intervento a favore di una scienza senza etica.

Tutti ricordano la nomina a senatore a vita di Mario Monti avvenuta il 9 novembre 2011, un atto preparatorio all’attribuzione al medesimo dell’incarico a Presidente del Consiglio, conferimento infatti avvenuto solo quattro giorni dopo, il 13 novembre 2011. Con un impiego al di fuori delle finalità per cui l’istituzione dei Senatori a vita fu pensata, fu imposto un Presidente del Consiglio non eletto a seguito di una regolare consultazione elettorale nella quale fosse il candidato di una delle forze in campo.

E quel Presidente di nessuno avrebbe attuato un programma imposto dall’esterno, un programma dettato il 5 agosto precedente dalla BCE, come reso successivamente noto dalla stampa: “Il testo della lettera della Bce al Governo italiano – Sole24ORE“.

Ma la nomina di un senatore a vita era stata pensata per ben altri motivi, come sinteticamente ma efficacemente recita l’articolo 59 della Costituzione:

Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario“.

Il dettato costituzionale appare rispettato nei casi del direttore d’orchestra Claudio Abbado, dell’architetto Renzo Piano, e del fisico nucleare Carlo Rubbia, lo stesso non si può dire per la nomina della neurobiologa dell’Università Statale di Milano Elena Cattaneo.

Sia ben chiaro che non si vuole muovere una critica alla persona di Elena Cattaneo ma alla decisione del Presidente della Repubblica.

Oggettivamente infatti non si ravvisano nel caso della prof. Cattaneo le caratteristiche richieste dall’articolo 59, che sono invece molto evidenti a chiunque negli altri tre casi, vediamo come riportato sul Corriere della Sera il curriculum in questione:

Nata nel 1962, Elena Cattaneo si laurea in Farmacia all’Università di Milano dove successivamente consegue il dottorato e dal 2003 insegna come professore ordinario. Ha operato come ricercatrice per tre anni al Mit di Boston nel laboratorio del professor Ron McKay, dove ha avviato studi su cellule staminali cerebrali.

Rientrata in Italia, ha fondato e dirige il Laboratorio di Biologia delle cellule staminali e Farmacologia delle malattie neurodegenerative del Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano, dedicandosi allo studio della Corea di Huntington.

È stata rappresentante nazionale presso l’Unione europea per la ricerca Genomica e biotecnologica. Ha coordinato il progetto europeo NeuroStemcell e, da ottobre 2013, coordinerà il progetto NeuroStemcellrepair nell’ambito del 7 Programma quadro della Ricerca europa.

Una bella carriera certamente, come ce ne sono però molte altre, e soprattutto non in linea con gli “altissimi meriti” richiesti per procedere alla nomina. E che le motivazioni non siano in linea con quanto stabilito dall’art. 59 è stato candidamente ammesso dallo stesso Presidente Napolitano quando ha spiegato il perché della sua decisione:

«Ho proceduto alla nomina di una donna di scienza di età ancor giovane ma già nettamente affermatasi, la cui scelta ha anche il valore di un forte segno di apprezzamento, incoraggiamento e riferimento per l’impegno di vaste schiere di italiane e italiani di nuove generazioni dedicatisi con passione, pur tra difficoltà, alla ricerca scientifica»

di Lina Palmerini – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/NVDWu

Un senatore a vita “giovane” e di “incoraggiamento” non si era mai sentito, una contraddizione in termini la prima e un uso non previsto il secondo.

Una nomina che stride dunque anche per l’età della neo senatrice che è classe ’62 contro le classi ’33 di Abbado; ’34 di Rubbia e ’37 di Piano, una giovane età che implica uno stipendio di 13.000 euro mensili (211.502 Euro lordi all’anno) per almeno una trentina d’anni, stando alle comuni aspettative di vita, un vitalizio che in questi tempi di sacrifici ha fatto storcere il naso anche nel Movimento 5 stelle, come verificabile nell’intervento di Paolo Becchi sul blog di Beppe Grillo:

Stupisce non poco la nomina soprattutto di Elena Cattaneo, la quale è – a quanto mi risulta – la più giovane senatrice a vita mai nominata, appena cinquantenne (è nata nel 1962). Sembra abbastanza inopportuno, specie in un momento come questo, garantire ad una donna di cinquant’anni, con una nomina dall’alto e quindi senza alcuna legittimazione democratica, uno stipendio vita natural durante (diciamo, statisticamente, per i prossimi trent’anni?). Un senatore a vita percepisce – comprese diaria, indennità, rimborsi – , all’incirca, 13.000 euro netti al mese (211.502 Euro lordi all’anno). Quanto ci costerà la senatrice Cattaneo? E se – come sembra uso – i senatori a vita campano più degli altri (guardate la Montalcini, ma anche Andreotti e Carlo Azelio Ciampi).

Ed ecco, allora, che in tempi di crisi, dove sono difficili da trovare finanze per la cassaintegrazione, Re Giorgio si scopre particolarmente magnanimo, scaricando sul bilancio dello Stato – e su di noi – quattro nuovi stipendi, non proprio “popolari”. Viva la Repubblica!”

Considerando anche le critiche giunte da PDL e Lega “Re Giorgio” ha dunque compiuto un atto che appare inopportuno a molti, ma evidentemente all’interno di una “inopportunità” generica di elargire quattro super stipendi in più, non si può fare a meno di notare l’anomalia della nomina Cattaneo.

Una pronta analisi della valenza di questa nomina è stata fatta sulla Bussola Quotidiana in una articolo intitolato “Elena Cattaneo senatrice a vita, una scelta ideologica“, e il perché della scelta ideologica viene facilmente individuato:

La Cattaneo per le sue sperimentazioni usa infatti cellule staminali embrionali importate dall’estero. Ricordiamo che le cellule staminali adulte non suscitano particolari problemi etici, non così quelle embrionali…

….la Cattaneo si batte per il loro uso e al tempo del referendum del 2005 sulla legge 40 diventò uno dei volti “scientifici” per l’abrogazione di alcune parti di questa legge. In particolar modo si spese allora per eliminare dal testo normativo il divieto di sperimentazione sugli embrioni crioconservati. Tale impegno continua tutt’oggi e la docente milanese spesso scrive su differenti pubblicazioni divulgative e interviene in molti dibattiti pubblici.

La decisione di Napolitano allora diviene simbolica ed astrae dal caso “Cattaneo”: un segnale di alcuni poteri forti alla comunità scientifica e alla società civile. Quello che importa non è tanto l’elezione della Cattaneo a senatrice a vita, bensì il tipo di ricerca che lei conduce: premiando lei in realtà si mira a premiare l’uso delle cellule staminali embrionali. In altri termini la scelta del presidente non può che essere letta come un placet del Quirinale a simili sperimentazioni sugli embrioni

 

L’orientamento della Sen. Cattaneo a favore dell’impiego delle cellule staminali embrionali, il non riconoscimento degli embrioni come esseri umani in una fase iniziale e l’impegno politico a favore della sperimentazione sugli stessi è stato dalla neo senatrice dichiarato in un articolo pubblicato su Le Scienze nell’ottobre 2011:

 

 (Fare un click sull’immagine per ingrandirla)

 

Un procedimento che implica la disgregazione e la distruzione della blastocisti. Un omicidio, per chi considera la blastocisti una persona. Un atto eticamente legittimo per coloro, come chi scrive, che nelle blastocisti sovrannumerarie non vedono individui, ma strutture più piccole di un millimetro formate da 200 cellule…“, afferma la Cattaneo che non considera la blastocisti una persona, e lo dice in un’affermazione dalla quale si evince che non esiste un metodo scientifico per dire che lo sia o no, ma solo il proprio parere personale. Un parere di fronte al quale però non si applica il giusto principio di precauzione che nel dubbio imporrebbe di fare la scelta più garantista.

 

Ma la nomina di un senatore a vita, che verosimilmente data la giovane età costituirà un riferimento parlamentare non sottoposto al giudizio degli elettori per qualche decennio, non può essere limitato alla questione delle cellule staminali embrionali, evidentemente si tratta dell’imposizione da parte del Presidente Napolitano di una visione scientista (non scientifica) che rifiuta ogni limite e ogni controllo etico alla sperimentazione scientifica e alle sue applicazioni.

La scienza però senza il controllo di un’autorità esterna può generare mostri, come quelli proposti dal filosofo Peter Singer di cui si è parlato in “Rivoluzione nazista“.

Come evidenziato nel precedente articolo negare lo status di persona agli embrioni per farne cavie da sperimentazione significa aprire le porte alla negazione dei diritti della persona in ogni stato successivo del suo sviluppo, dal feto, al neonato, al malato, al vecchio… a tutti noi prima o poi.

Stando al precedente del Sen. Monti, non ci resta che rimanere ora in attesa delle direttive europee sulla bioetica.

Fonte: Senatori a vita: ancora una forzatura. Stavolta in gioco la bioetica. | Critica Scientifica – di Enzo Pennetta.

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