Siria: chi arma i ribelli è cinico | Tempi.it

marzo 11, 2013 Rodolfo Casadei

Puntare sulla vittoria militare dei ribelli appoggiati dagli jihadisti internazionalisti come soluzione alla crisi, come fanno gli “Amici della Siria”, è incoscienza o cinismo.

Damasco. Non possiamo dirvi il suo vero nome, né mostrarvi il suo volto incantevole. Perché troppa pubblicità sulla sua storia attirerebbe l’attenzione dei ribelli, alcuni dei quali sicuramente minaccerebbero di morte lui e la sua famiglia. Omar, chiamiamolo così, è un ragazzo palestinese di 15 anni del campo profughi di Yarmuk, alle porte di Damasco. Un pomeriggio tornava dalla moschea dopo la preghiera, si è separato dal gruppo dei compagni per imboccare la strada verso casa sua, lasciandosi sulla destra il checkpoint dell’esercito. Sono partiti una serie di colpi dall’arma di un cecchino nascosto da qualche parte frontalmente a lui. Tre lo hanno trafitto all’addome. Miracolosamente è sopravvissuto, e ora cerca di riprendersi nel reparto di chirurgia dell’ospedale Mushthaid di Damasco. Omar racconta che negli ultimi tre mesi i cecchini, appartenenti a qualcuno dei numerosi gruppi antigovernativi che si sono infiltrati nel campo (i campi profughi palestinesi in Siria sono veri e propri quartieri urbani), hanno cominciato a sparare anche alle donne e ai bambini. Omar ha perso in poche settimane quattro amici, suoi coetanei, falciati da armi di precisione, mentre altri 30 minorenni sono rimasti feriti nello stesso modo. Fra loro anche un bambino di 9 anni al quale i medici hanno dovuto amputare una gamba. «All’inizio sparavano solo agli uomini, poi hanno cominciato a tirare anche alle donne e ai ragazzi», racconta. Luminosi occhi neri, labbra tumide ancor più grandi per contrasto a un corpo dagli arti lunghi e sottili, una grazia quasi femminea, Omar sembra l’incarnazione della delicatezza e della bellezza che non abbandonano l’umanità nemmeno nell’ora dei crimini più atroci.

AMICI DI QUALE SIRIA. Il suo volto e la sua storia ci sono venuti in mente settimana scorsa, quando abbiamo letto il comunicato stampa trionfalistico con cui la Farnesina ha dato conto dei risultati della riunione a Roma dei cosiddetti “Amici della Siria”, che sarebbero poi i paesi che appoggiano, alcuni politicamente e altri anche militarmente, i ribelli della Coalizione nazionale siriana. Fra le dichiarazioni che i ministri degli Esteri degli undici paesi partecipanti hanno sottoscritto, c’è quella secondo cui «Il regime deve porre un termine immediato ai bombardamenti indiscriminati contro le aree popolate perché si tratta di crimini contro l’umanità e non possono rimanere impuniti». Se sparare colpi di artiglieria contro quartieri infestati di ribelli senza preoccuparsi della presenza dei civili che li abitano è un crimine contro l’umanità, “cecchinare” ripetutamente donne e bambini solo perché risiedono nella parte “sbagliata” del quartiere, che cos’è?

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