Tawadros: «Tutele per tutte le religioni in Egitto» – Vatican Insider

Il papa copto ha chiesto che la riforma costituzionale estenda le garanzie già previste per cristiani ed ebrei a tutti i non musulmani.

Giorgio Bernardelli

Il Papa copto Tawadros II vuole che le garanzie riconosciute dalla Costituzione egiziana a cristiani ed ebrei siano estese a tutti i non musulmani. È una delle richieste che il leader spirituale della Chiesa copta ortodossa – la più folta tra le Chiese cristiane dell’Egitto – ha rivolto durante un incontro all’ex segretario generale della Lega Araba Amr Moussa, da qualche giorno eletto a capo del comitato di cinquanta membri che sta lavorando alla revisione della Carta adottata nel dicembre scorso dagli islamisti.

L’incontro – avvenuto nella cattedrale di San Marco, a margine delle celebrazioni per il Nayrouz, il capodanno copto – è stato l’occasione per un confronto sulle modifiche alla Costituzione, tema ritenuto cruciale dalle Chiese d’Egitto. E a sottolineare come si tratti di una battaglia a tutela di tutte le minoranze è giunto l’invito di Tawadros a cambiare anche l’articolo 3, quello dedicato al tipo di garanzie che sono accordate a cristiani ed ebrei in uno Stato musulmano. Dopo aver affermato, infatti, all’articolo precedente che l’islam «è la religione dello Stato e i principi della sharia sono la principale fonte della legislazione», il testo attuale della Costituzione egiziana precisa che «i principi canonici dei cristiani d’Egitto e degli ebrei sono la principale fonte della legislazione per quanto riguarda il loro status personale, le loro questioni religiose e la selezione delle loro guide spirituali». Si tratta di una formula che si rifà alla tradizione islamica, dove per alcuni aspetti del diritto civile (ad esempio per il diritto di famiglia) viene riconosciuta alle altre due religioni del Libro una giurisdizione propria sulle comunità. Ora – però – il papa copto, confermando questo stesso impianto, chiede che la nuova Costituzione non parli più espressamente di «cristiani ed ebrei», ma estenda lo stesso principio a tutti i «non musulmani». Si tratterebbe di un passo avanti notevole nella strada del passaggio da una forma di tolleranza limitata alle altre due religioni monoteiste (sollecitata dal Corano stesso) a un riconoscimento pieno del principio della libertà religiosa.

Proprio il riconoscimento dello status di altre religioni limitato a cristiani ed ebrei era stato uno dei punti sui quali le associazioni internazionali per la difesa dei diritti umani avevano sollevato critiche riguardo alla Costituzione varata dai Fratelli Musulmani. In particolare – guardando alla specifica situazione egiziana – destava preoccupazione la situazione della comunità Ba’hai: i fedeli egiziani di questa religione post-islamica (alcune migliaia secondo le stime), vivono infatti in una condizione particolarmente dura: sono perseguitati fin dai tempi di Nasser, il loro bambini non possono neppure accedere alle scuole pubbliche.

Ma il discorso si potrebbe ulteriormente allargare agli sciiti, che in Egitto sono ben tre milioni. Proprio la Costituzione del dicembre 2012 li escludeva di fatto dalla comunità islamica attraverso l’articolo 219, che citava esplicitamente l’islam sunnita come l’unica forma legittima. Un’evidente presa di posizione da parte dei Fratelli Musulmani nello scontro settario tra sciiti e sunniti che infiamma ormai tutto il Medio Oriente. Scontro che anche in Egitto nel giugno scorso – proprio pochi giorni prima della deposizione di Mohammed Morsi – era sfociato a Giza addirittura in un linciaggio di alcuni sciiti accusati di proselitismo, con la morte di ben quattro persone e decine di feriti.

Fonte: Tawadros: «Tutele per tutte le religioni in Egitto» – Vatican Insider.

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