di J. B. An Dang
Si fa sempre più serrata la lotta delle autorità contro la pratica del culto. Il governo vuole “spazzare via” ogni traccia della fede, ma nel popolo si assiste a una rinascita spirituale. La fiera opposizione del sacerdote e dei fedeli di Con Cuong all’assalto di militari e teppisti organizzati. Sacerdote locale: morire sull’altare “una benedizione”.
Hanoi (AsiaNews) – La repressione contro la libera professione del culto in Vietnam si fa sempre più marcata. L’ultimo episodio di violazione alla libertà religiosa nel Paese comunista – peraltro un diritto riconosciuto dalla legge dello Stato – è avvenuto il primo luglio scorso in una cappella missionaria di Con Cuong, zona rurale della provincia di Nghe An, nella diocesi settentrionale di Vinh; nel raid contro i cattolici locali sono state utilizzate anche truppe da combattimento e “teppisti”, al soldo delle autorità per colpire minoranze o reprimere il dissenso (cfr. AsiaNews 03/07/2012 Vinh: cattolici nel mirino di teppisti e autorità. Decine di feriti fra i fedeli durante la messa). Fonti locali parlano di una vera e propria campagna di “pulizia religiosa” mirata a “spazzare via” ogni traccia della fede e del culto; la stretta riguarda in particolare le aree rurali o remote del Vietnam, dove è invece in atto una forte rinascita del senso religioso e del cristianesimo in particolare, dopo decenni di indottrinamento ateo e comunista.
Le autorità del distretto di Con Cuong sono sempre più intenzionate a reprimere la pratica del culto e il bisogno di spiritualità della popolazione locale, dopo aver più volte – in passato – ingaggiato malviventi e bande criminali per minacciare e terrorizzare i fedeli riuniti nella cappella per pregare. In una circostanza, essi hanno anche cercato di far saltare in aria il piccolo luogo di preghiera ma ogni loro tentativo è risultato vano.
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