L’atea convenienza di dirsi cristiani « Giuliano Guzzo

Agli atei conviene, e molto, starsene nei Paesi di tradizione o a maggioranza cristiana. Non lo dice il Vaticano ma l’ultimo rapporto dell’International Humanist and Ethical Union – associazione che riunisce persone non religiose e raggruppa oltre 120 organizzazioni atee – che ha messo in luce come vi siano, nel mondo, ancora ben sette Paesi nei quali l’ateismo e l’apostasia, ossia l’abbandono formale e volontario della propria religione, sono puniti con la pena di morte [1]. Si tratta di Arabia Saudita, Pakistan, Afghanistan, Maldive, Iran, Mauritania e Sudan. Sono tutti Paesi, piaccia o meno, nei quali l’Islam è religione di Stato.

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