Gli omosessuali che non pensano come Elton John | Tempi.it

marzo 18, 2015Redazione

Da Isotta a Malgioglio, da Spirlì a Myard ecco chi sta con Dolce e Gabbana e contro il «sindacato gay». E un giornalista americano pizzica la popstar sulla sua «indignazione» ipocrita

Vieilles Charrues Festival 2014Dopo le prime polemiche via social network scatenate da Elton John contro le dichiarazioni di Dolce e Gabbana su famiglia e fecondazione in vitro, altri hanno preso le parti dei due stilisti. Ognuno, ovviamente secondo la propria sensibilità e cultura di riferimento, ma almeno si è reso chiaro che, anche fra le persone omosessuali – vivaiddio –, non c’è un pensiero unico e monolitico a proposito di come debba essere composta una famiglia e quali siano i diritti da rivendicare.

ISOTTA: «AMMIRATO DA D&G». In un’intervista a lettera43 il critico musicale omosessuale Paolo Isotta, come suo solito, è stato brillante e simpatico. «Il mio amico Mulè (il direttore di Panorama, ndr) ha messo a soqquadro l’intero mondo della recchiamme – è un’espressione napoletana per dire il mondo omosessuale -! Pensi: io di questi Dolce e Gabbana non sapevo nulla se non che le loro boutiques riempiono il mondo e tutti si vestono da loro». Isotta è «rimasto ammirato: li credevo due trendy e invece sono persone intelligenti e di buon senso. E aggiungo: veri italiani». Isotta è rimasto in particolare colpito dalle parole di Dolce quando dice che «non si può avere tutto, la vita è fatta anche di privazioni: e in fondo è anche bello. Dopo di che la Provvidenza vede più lontano di ciascuno di noi…». Se poi gli si chiede un parere sull’omofobia in Italia e sulla necessità di introdurre una legge, il critico musicale è categorico: «Guardi, gli altri Paesi non li conosco. Io sono napoletano e Napoli, in genere il Sud, hanno sempre fatto degli omosessuali parte integrante della società: nessuno si è mai sognato di giudicarli. Mi hanno chiamato omofobo perché scherzo sui ricchioni ma non capiscono che i napoletani scherzano innanzitutto sulla morte: la propria. (…) Mi pare assurdo: tutti gli esseri umani sono figli di Dio e vanno egualmente rispettati. Fare degli omosessuali una categoria speciale significa davvero, come dicono loro, ghettizzarli».

MALGIOGLIO: «FAMIGLIA TRADIZIONALE». Un altro omosessuale dichiarato, il cantautore Cristiano Malgioglio, a Famiglia cristiana ha spiegato che «Dolce e Gabbana hanno usato parole troppo forti, ma nella sostanza anche a me dare la possibilità agli omosessuali di adottare dei bambini non convince per niente». Malgioglio dice di avere «molti dubbi» sulle adozioni da parte di omosessuali: «Credo che la presenza femminile sia fondamentale per la buona crescita di un bambino. Io ho adottato tre figli a distanza e sono felice così. E comunque se penso a una famiglia, resto fedele al modello tradizionale, formato da un uomo e da una donna».

SPIRLI’ CONTRO «SINDACATO GAY». Fiammeggiante l’articolo pubblicato sul suo blog sul giornale.it da Nino Spirlì: «Siamo nati così, da un abbraccio fra un uomo e una donna, che amiamo. E siamo anche venuti su bene. E, volendo, anche serenamente omosessuali. Quindi, vuol dire che, con il giusto impegno, quella naturale continui ad essere la strada giusta per tutto. Resto, dunque, della mia idea, ed è la stessa dei due stilisti (oggi sono confortato da cotanta buona compagnia), a proposito del matrimonio e della famiglia. Marito/Moglie – Papà/Mamma. Figure imprescindibili per la concezione, la creazione, la nascita e l’educazione di nuova vita. E, confesso, non capisco la gogna contro Dolce e Gabbana e, anzi, trovo volgare intervenire su una pubblica intervista, chiara, elegante e assolutamente rispettosa di tutti. Ma tant’è: se non sei omologato, il sindacato gay si sente aggredito nelle proprie debolezze e cerca di azzannare. Invano. Sulla bambinata, poi, del boicottaggio, vorrei ricordare che Barilla e le sue paste stanno benissimo e ringraziano l’intelligenza degli italiani, e che ogni tentativo di boicottaggio nei confronti della Russia di Putin non è arrivato alle agenzie di viaggio, sempre stracariche di prenotazioni per Mosca e San Pietroburgo. I blablabla di qualche sparuto plotoncino di forsennat* non impressiona nessuno. Tanto, nell’intramontabile bailamme consumistico mondiale, un sibilo viperino o uno strillo aquilino del gay social people più permaloso si perdono fra i dlen dlon dei centri commerciali aperti h24. Con buona pace di Elton John, Courtney Love, Ricky Martin, e di quel mio ex amico che educa il bambino, concepito in vitro, raccontandogli le fiabe da cui “depenna” le mamme…».

MYARD: STANCO DELLA DITTATURA GAY. Su Avvenire e la Radio Vaticana è stata pubblicata un’intervista a Jean-Pierre Delaume-Myard, già portavoce del collettivo Homovox che in Francia si è dichiarato contrario al matrimonio e alle adozioni gay. «Dolce&Gabbana sono vittime della lobby gay, come lo sono io in Francia», ha spiegato. «È necessario sapere che se non sei sulla linea di pensiero della Lgbt, sei emarginato e boicottato. (…) Dolce&Gabbana sono persone responsabili; hanno ragione se rifiutano il concetto delle madri surrogate, intanto perché significa sfruttare i più deboli, i più poveri. Elton John ha acquistato i suoi figli. La donna – è importante ribadirlo – non è una merce, e oltre a questo ogni bambino ha il diritto di conoscere suo padre e sua madre. Invece, questi benpensanti come Elton John o la sinistra europea hanno reintrodotto la schiavitù…».
Myard si dice stanco della «dittatura gay: io faccio una distinzione tra “gay” e “omosessuale”. Se non la pensi come la lobby Lgbt in quanto omosessuale, sei forzatamente manipolato e la lobby gay ha una reazione omofoba, come se gli omosessuali non potessero pensare con la loro propria testa. La lobby gay è sempre più presente in tutte le istituzioni: bisogna combatterle perché non rappresentano gli omosessuali. La lobby Lgbt vuole distruggere l’istituzione del matrimonio e la famiglia… (…) In realtà, ci vogliono far credere che gli omosessuali chiedono il diritto ad avere un figlio. Allora, intanto un figlio non è un diritto. In Francia ci hanno mentito facendoci credere che per esempio la legge Taubira  sul matrimonio per tutti era stata chiesta dagli omosessuali: non è così. A chiederla è stata la lobby gay, quella lobby gay che è molto potente in Europa è rappresentata da Igla. In Italia, per esempio, arriveranno le unioni civili: io personalmente sono contrario alle unioni civili come sono contrario al matrimonio gay, perché le unioni civili porteranno con sé la questione dei figli. La nostra sessualità riguarda soltanto noi stessi e non deve scientemente privare un bambino di un padre o di una madre».

I SOLDI DI ELTON JOHN. E a proposito di Elton John, ieri il sito di gossip Dagospia ha ripreso quanto pubblicato da un sito americano conservatore e dal giornalista David Avallone che hanno fatto notare che la popstar è stato solerte nel chiedere il boicottaggio di D&G, ma quando si è trattato del suo portafoglio non si è fatto troppi problemi a cantare nel 2010 «per un milione di dollari al matrimonio di Rush Limbaugh». Uno, Limbaugh, che sui giudizi su omosessuali e nozze gay ci va giù con l’accetta. Ma allora «per giustificare il suo “svendersi” al nemico, Elton John disse al New York Times: “Quando si tratta di persone come Rush Limbaugh, o altri che ti fanno infuriare, il dialogo è l’unica strada. Devi tendere la mano… Sia che porti risultati tra un anno o trenta. Non importa. Devi mettere il primo piede nell’acqua e cominciare il processo”. La conclusione del blog? “Elton John ha il diritto di boicottare chi vuole. Ma a quanto pare la sua indignazione morale dipende dalla direzione in cui vanno i soldi”».

Foto Ansa

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