Antonio Calisi
Una tappa breve, solamente un attimo, quella che Papa Francesco ha fatto al “Giardino dei bambini abortiti”, poco dopo essersi salutato con i diversamente abili e i loro cooperatori ricevuti presso l’“House of Hope” a Kkottongnae.
Il Santo Padre è corso giù dall’automobile che lo conduceva all’appuntamento con i religiosi e si è appressato al simbolico camposanto composto da tantissime di croci bianche conficcate nell’erba, sostando per qualche attimo in preghiera. Prima di partire di nuovo, Papa Francesco ha rivolto un saluto a una rappresentanza degli partecipanti al movimento “Pro-life” coreani e al missionario senza gambe e braccia, Br. Lee Gu-won.
Nella sua Esortazione apostolica “Evangelii gaudium”, Papa Francesco aveva menzionato che tra i “deboli di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo”.