Il Papa affida a due giovani libanesi i testi della Via Crucis

Per la prima volta toccheranno a due ragazzi le meditazioni per il Venerdì Santo. Le scriveranno insieme al cardinale Béchara Rai. “La Chiesa prega per il Medio Oriente”

Giorgio Bernardelli

Saranno due giovani libanesi a scrivere le meditazioni per la Via Crucis che come ogni anno il Papa presiederà al Colosseo la sera del Venerdì Santo. A dare l’annuncio è stata oggi la Sala Stampa Vaticana: l’incarico – spiega una nota – è stato dato al cardinale Béchara Rai, specificando però che – sotto la guida del patriarca maronita – i testi «saranno preparati da due giovani libanesi e seguiranno lo schema tradizionale delle quattordici stazioni». La nota precisa anche il motivo che ha spinto il Papa a compiere questa scelta: «Invitare tutta la Chiesa a tener presente nella preghiera il Medio Oriente, i suoi problemi e le comunità cristiane in quelle terre».

Da quando questo rito è stato reintrodotto da Paolo VI nel 1964, è  la prima volta che la redazione dei testi della Via Crucis al Colosseo viene affidata ad alcuni giovani. Ed è significativo che questo avvenga proprio nell’anno in cui a luglio si celebrerà a Rio de Janeiro la Giornata mondiale della Gioventù. In questo senso si può osservare anche una continuità con la scelta dell’anno scorso, quando in vista dell’Incontro mondiale delle famiglie di Milano Benedetto XVI chiamò a questo compito una coppia di sposi, Anna Maria e Danilo Zanzucchi. Ovviamente, però, a colpire è soprattutto la scelta del Libano, dove il Papa si è recato nel settembre scorso per promulgare l’esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente. Proprio l’incontro con i giovani sul prato davanti al patriarcato maronita di Bkerké fu uno dei momenti più significativi di quel viaggio. Tra i presenti c’erano anche dei giovani cristiani giunti dalla Siria, a cui Benedetto XVI disse: «Dite a casa vostra, ai familiari e agli amici, che il Papa non vi dimentica. Dite attorno a voi che il Papa è triste a causa delle vostre sofferenze e dei vostri lutti. Egli non dimentica la Siria nelle sue preghiere e nelle sue preoccupazioni. Non dimentica i mediorientali che soffrono. È tempo che musulmani e cristiani si uniscano per mettere fine alla violenza e alle guerre».

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