L’imbarazzante cortocircuito dei cattolici|Comunità Ambrosiana

Michelangelo Longo

Un pugno di uomini, non tutti cattolici e non tutti politicamente “a destra” è riuscito nell’impresa di rallentare la marcia dell’ideologia di genere:  il ddl Scalfarotto pare arenato al Senato e il leader del PD, propone una strategia alternativa per arrivare alle unioni civili.

Come alle Termopili: i trecento spartani fermarono la marea persiana per quanto poterono, poi persero la vita, traditi da uno di loro. Mostrarono però l’ipocrisia dei popoli dell’antica Grecia che finalmente capirono e si batterono, impedendo l’invasione persiana.

La situazione italiana non sembra molto diversa. L’italica ipocrisia si chiama “scelta religiosa”. Non è definita e sbandierata come negli anni ’60, ma la sostanza è la stessa.

Più o meno suona così: ormai gli altri hanno vinto il ddl Scalfarotto passerà, faranno le unioni civili e l’adozione per le coppie omosessuali. Qual è la risposta radicale a questi eventi? Testimoniare la bellezza della famiglia, testimoniare la sua importanza.

Un vero e proprio cortocircuito. Mi provocherebbe qualche reazione, se la Signora che ci aiuta in casa, maneggiasse il quadro di Picasso appeso sopra il camino (…lasciatemi sognare…) con poca cura, anzi, se per pulire il muro su cui è appeso lo infilasse nello sgabuzzino,  mi provocherebbe quantomeno un’orticaria corporale. Se dicessi che il lavoro è importante, ma la mattina non mi alzassi per recarmi in ufficio, forse qualcuno dubiterebbe (tendenzialmente i figli, terribili giudici) delle mie affermazioni. E ancora se obbligassi i miei bimbi ad andare a messa la domenica senza prendere in considerazione l’ipotesi di andarci  forse sarebbe legittimo dubitare della mia fede.

Non voglio annoiare con altri esempi, ma credo che il problema stia tutto lì: testimoniare la bellezza della famiglia non è credibile se non la difendiamo.

Mariti provate a immaginare se, camminando per la strada, il Kabobo di turno si avvicinasse alla vostra famiglia con un martello in mano. Facciamo un test.  Ipotesi uno: testimonio la bellezza della famiglia e non mi preoccupo del personaggio. Ipotesi due: mi pongo a difesa dei miei cari e intervengo in caso di bisogno. Se state ancora pensando cosa fare … abbiamo un problema!

Immersi nella melassa del politicamente corretto, crediamo che se non disturbiamo ci lasceranno in pace, crediamo che, cedendo, si possano mantenere i privilegi e la serenità. Facciamoci questa domanda: se le unioni civili avranno lo stesso regime dei matrimoni, perché lo Stato non dovrebbe sostenere entrambe le istituzioni? La famiglia formata da  mamma, papà e bimbi sarebbe un istituzione come tante altre che non si capisce perché dovrebbe essere tutelata.

Mi chiedo se i terribili giudici dell’alta corte casalinga, i figli, non ci troveranno colpevoli di mancanze, magari non oggi ma domani, quando loro si troveranno a difendere l’incredibile idea che l’erba sia verde. Cosa dobbiamo fare? Ad una veglia delle Sentinelle in Piedi ho visto una scena meravigliosa. Un papà sudato con in una mano un libro nell’altra un bimbo. La mamma seduta (ogni tanto le Sentinelle si siedono) con intorno tre marmocchi a cui stava leggendo una favola. Chi ha dato la testimonianza migliore? Chi ha mostrato ai figli l’importanza della famiglia? La comoda testimonianza della bellezza o la favola raccontata in mezzo a una strada? A voi la risposta.

Michelangelo Longo

Fonte: L’imbarazzante cortocircuito dei cattolici.

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