Ora pro Siria: Cosa farà Obama?

Conflitto israelo-palestinese, Siria, Iran, primavera araba, tanto per citarne alcuni, in che modo vedranno Obama impegnato in questo secondo mandato presidenziale? Daniele Rocchi, per il Sir, lo ha chiesto a Janiki Cingoli, direttore del Cipmo (Centro italiano per la pace in Medio Oriente).
Medio Oriente è anche Iran, la sua politica nucleare, la Siria in fiamme, la primavera araba…  “Riguardo all’Iran penso che Obama riconfermerà il tentativo negoziale. C’è stato, di recente, il segnale iraniano di sospendere le sue attività per l’arricchimento dell’uranio al 20%. Occorrerà vedere se la sua situazione interna consentirà all’Iran di aprire un po’ di più il tavolo negoziale e consentire una ripartenza del dialogo. Ricordo anche che il presidente Usa ha impedito a Israele, almeno fino a questo momento, di fare blitz unilaterali e credo continuerà su questa linea. Va sottolineato, poi, che l’insediamento di Obama coincide con la data delle elezioni in Israele, 22 gennaio 2013, in cui Netanyahu si presenta insieme al leader di destra Avigdor Lieberman, e questo non è molto rassicurante”.

Sulla Siria quale potrebbe essere l’impegno Usa?
“Credo che Obama non abbia nessuna intenzione d’impelagarsi direttamente nella crisi del Paese, al di là di un sostegno generico d’informazioni e di un po’ di armi ai ribelli. In Siria non c’è la lotta d’insurrezione di un popolo contro il tiranno ma una guerra civile tra componenti diverse della società. In una situazione simile si esce non con la vittoria di una parte sull’altra ma con una soluzione concordata di fuoriuscita”.

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