PAKISTAN Rimsha Masih: il mio Natale vicino ad Asia Bibi e alle vittime della blasfemia – Asia News

di Dario Salvi

“Sono felice” racconta la ragazza e “per le feste vorrei in regalo bei vestiti e scarpe carine”. Il desiderio di tornare a scuola, ma resta il problema sicurezza. Il padre ringrazia Gesù, Paul Bhatti e il governo ma avverte: “ci sentiamo in pericolo”. Rimsha e la famiglia inviano un saluto al Papa e augurano a Benedetto XVI e a tutti i cristiani del mondo “Buon Natale”.

Roma (AsiaNews) – In questo periodo di Avvento, in preparazione al Natale, “chiedo ai cattolici, all’Occidente, alla comunità internazionale di aiutare tutti i cristiani in prigione, vittime delle leggi sulla blasfemia”. È questo l’appello, affidato ad AsiaNews, di Rimsha Masih, minorenne cristiana affetta da problemi mentali, arrestata a causa della “legge nera” nell’agosto scorso e poi scagionata. Per settimane la sua vicenda ha occupato le cronache dei giornali pakistani e dei media mondiali, ottenendo solidarietà e partecipazione dentro e fuori il Paese. Grazie al lavoro del ministro federale Paul Bhatti, sostenuto dalla comunità musulmana e dal governo di Islamabad, la vicenda – per la prima volta – si è risolta in modo positivo. A pochi giorni dalle festività, Rimsha e la famiglia desiderano fare “gli auguri a Papa Benedetto XVI e a tutti i cristiani del mondo”.

Il 7 settembre scorso i giudici del tribunale di Islamabad hanno ordinato il rilascio su cauzione della ragazza, arrestata ad agosto con l’accusa di blasfemia, perché avrebbe profanato il Corano. In realtà si è trattato di un’accusa montata ad arte dall’imam Khalid Jadoon Chishti, che ha agito col proposito di creare risentimento verso i cristiani e requisirne le proprietà. A distanza di poco più di due mesi, il 20 novembre, l’Alta corte di Islamabad  ha prosciolto la 14enne cattolica, perché il fatto non sussiste. All’indomani della sentenza, il consigliere speciale del premier per l’Armonia nazionale Paul Bhatti ha parlato di “felicità e soddisfazione”. Egli ha giudicato il verdetto un “precedente importante” in base al quale la legge “non potrà essere usata per fini personali” e “chi avanza false accuse, rischia di subire analoga sorte ed essere processato”.

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