Siria: Annan se ne va, ma la Chiesa melchita chiede che torni

“Siamo molto dispiaciuti e tristi per questa decisione. Speriamo che possa tornare sui suoi passi e continuare la missione. (…) Abbiamo bisogno di ogni mezzo per arrivare a una riconciliazione, a una soluzione pacifica. Chiedo ad Annan di riprendere la sua missione, abbiamo bisogno di lui”. Gregorios III Laham, patriarca di Antiochia dei greco-melkiti, rivolge un accorato appello al mediatore Onu per la Siria, Kofi Annan, che ha da poco rassegnato le sue dimissioni denunciando un mancato sostegno e valida collaborazione da parte della comunità internazionale. Giudizi pesanti che piombano addosso alla drammatica situazione mediorientale della Siria, dove si continua a morire o per i bombardamenti dell’esercito siriano o per gli attacchi armati dell’opposizione, in una guerra civile fino all’ultimo sangue difficile da placare.

L’analisi di Kofi Annan risulta chiara: le due parti impegnate nel conflitto non possono vantare “eroi partigiani” tra le loro fila, da una parte, infatti, vi è “l’intransigenza del governo siriano”, dall’altra “una crescente campagna militare dell’opposizione”. In secondo luogo l’ex segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, ha parlato – attraverso AsiaNews – di “una chiara mancanza di unità” nel Consiglio di sicurezza, che continua a “puntare il dito e ad offendersi” reciprocamente, inasprendo ulteriormente le fasi del conflitto. “La Siria – ha dichiarato Annan – può essere salvata dalla peggiore calamità se la comunità internazionale può mostrare il coraggio e la leadership necessaria a un compromesso sui loro interessi di parte per il bene del popolo siriano, per gli uomini, le donne e i bambini che hanno già sofferto troppo”.

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